Quando sono atterrata a New York e ho realizzato che ero lì per partecipare alla maratona regina: la Maratona di New York, quella che tutti i runners sognano, è innegabile l’emozione che cresceva dentro. Un mix tra “sono qui per correre la maratona per eccellenza” e “sogno o realtà?”.
Era il 2017, ed era la mia seconda maratona. Nata un po’ per caso, con la scusa di fare un viaggio a New York, ne è venuto fuori che ho partecipato ad un sogno.
Lo sai che la maratona di New York fa parte del circuito Abbott World Marathon Majors? Ne abbiamo parlato qui: “le maratone più importanti del mondo“.
Cosa vuol dire corre la maratona di New York?
La maratona di New York, equivale ad alzataccia al mattino presto, divertimento, emozioni e tanta gioia finale.
42,195 chilometri dove circa 50.000 maratoneti percorrono i cinque distretti di Manhattan, avvolti da una carica incredibile, grazie a tutta la gente che scende per le strade ad incitarli. Eh si, perché quel giorno tutto è bloccato, una vera e proprio città che si ferma per noi, per noi maratoneti.
Non una maratona da tempo per i suoi vari sali e scendi, ma una maratona dove godersi ogni chilometro. Da fare con un’amica, con il tuo compagno a gomito gomito o, con chi tu voglia, perché correre non è sempre e solo tempi ma è anche condivisione.
La sveglia è prestissimo: alle 4:30! Si deve prende un bus che ti porta in mezz’ora a Battery Park, dove partono i traghetti per Staten Island. Mille controlli di rito e poi ancora un altro bus per arrivare al punto di partenza: il Ponte di Verazzano. Il tempo di attesa prima della partenza è infinito e lo passi sorseggiando caffè e mangiando i famosi Donuts, ricoperta dai tuoi vestiti più brutti e che getterai, ma poi si parte!
La maratona di New York: un viaggio dalle mille emozioni
Un fiume in piena di gente che dal Ponte di Verazzano, ti travolge in tutta la tua prima metà di gara, da non renderti neppure conto che sono già passati i primi 20 chilometri.
Da State Island si passa poi per Brooklyn, per il Queens al ritmo di Keep Going, Power Up, Go Go, dandoti una carica a mille!
Ci sono solo due punti dove sei solo, senza il pubblico. Al 25^ chilometro al temuto Queensboro Bridge, un ponte coperto dove l’energia la devi trovare tutta da sola, e al quartiere ebraico, dove tutti i rabbini camminano lungo i marciapiedi senza neppure osservarti. Sembra quasi che non ci siamo, e tu ti perdi a guardarli nei lori lunghi vestiti neri e barba lunga e pensi, ma come non si accorgono di noi? Anche se poi alla fine non sei mai solo, c’è sempre un maratoneta vicino a te per scambiare qualche parola!
Si entra quindi nel Bronx lungo le strade di Harlem a suon di musica rock, da combattere così anche il muro dei temuti 30 chilometri. Si arriva così nel lunghissimo rettilineo in salita al 35^ chilometro nella 5th Avenue, che costeggia Central Park, dove ci sarà il punto d’arrivo.
Ormai sai che ci sei, la gente continua imperterrita a urlare. E tu, con il sorriso sul volto entri dentro Central Park e arrivi al traguardo. Sono solo lacrime di gioia. Ce l’ho fatta!
Cosa resta dei tuoi 42,195 chilometri della maratona regina
Una gara dove ti godi ogni attimo, dove una città si paralizza e tutti scendono a riempire le vie per applaudirti, batterti il cinque e incoraggiarti a superare ogni miglio con il sorriso. Un tifo straordinario, che solo se la vivi puoi capirlo. Un tifo dove non prendi insulti, come in Italia, perché blocchi le strade per qualche ora, un tifo dove loro sono lì solo per te!
Un’emozione che scalda il cuore. Un’emozione che non dimentichi facilmente e che sicuramente condividerò in futuro anche con Davide, perché all’epoca c’eravamo appena conosciuti.
Ci siamo ripromessi di farla, magari la mettiamo già in previsione per il 2024. Stay tuned!
Bisogna sempre inseguire i propri sogni! Noi lo diciamo sempre!
Oddio, io sono piiiiiiigra! Sono l’antisportività fatta persona. Però la Maratona di New Yiork esercita su di me un fascino non indifferente. Mi hai commosso quando scrivi che le persone sul marciapiede incoraggiano e battono il cinque ai partecipanti: mi ha dato il senso di una grande festa corale, una profonda empatia.
Ti ammiro per la tua attitudine alla corsa!
L’afflusso di gente che ti acclama è enorme, è incredibile come una città della grandezza di New York, quel giorno blocchi tutte le strade e la gente scende a fare un tifo pazzesco!
Mamma mia che esperienza fantastica dev’essere!!! Mi hai fatto venire la pelle d’oca. Conta che non corro nemmeno per 3 km ma, sembrerà assurdo, dalla carica che traspare da questo racconto quasi quasi inizia a venirmi voglia ihihihihih
C’è sempre un motivo per mettere un nuovo obiettivo di fronte a se stessi! Chissà…mai dire mai!
Fino a qualche anno fa mi cimentavo in corse podistiche nella mia zona. Le più impegnative erano sui 10-12 chilometri e ricordo ancora adesso la piacevole emozione dei tifosi lungo le strade o agli angoli della città. Alcuni atleti con cui correvo quelle gare hanno poi puntato via via su obiettivi più ambiziosi arrivando, anni dopo, sicuramente anche alla mitica maratona di New York. Io invece ho preso una strada diversa puntando più sui trekking e sul cammino lento. Punti di vista opposti ed estremamente emozionanti.
Anche noi amiamo molto i trekking, il fatto di stare in natura ci fa stare proprio bene e sono sempre anche lì grandi emozioni.
Bellissima la tua descrizione, mi sembrava di esserci lì a sudare, a correre, a tenere duro e lasciarsi coinvolgere dal tifo di una città che ho adorato dal primo istante in cui ci ho messo piede per la prima volta. Non farò mai la maratona – troppo pigra – ma tornerò senza dubbio a NY! E complimenti a te che hai vissuto un’emozione unica!
Grazie, anch’io penso che ci ritornerò, sicuramente per la città ma anche perché tocca anche a Davide fare questa maratona, e magari la rifaccio anch’io 🙂
Assolutamente si, sempre inseguire i propri sogni e non mollare mai andando invece sempre avanti.
che bravi ragazzi vi ammiro, io cammino tanto ma a correre proprio non ci riesco, scoppierei dopo i primi chilometri
Tutta questione di abitudine 🙂
Questo è uno dei sogni di mio padre, maratoneta da anni che cerca sempre di aumentare la difficoltà di livello. Sicuramente un’emozione incredibile potervi partecipare. Chapeau a voi.
Assolutamente una grande emozione, da vivere almeno una volta nella vita.
Mi sono emozionata leggendo il tuo articolo perché posso solo immaginare cosa si provi. Io non corro, o almeno corricchiavo sognando di fare almeno una mezza maratona e ammetto che ogni tanto ho fatto un pensierino di fare la mattata e allenarmi per NY… Tra l’altro so che dopo i 42 km devi camminare un sacco per tornare in hotel perché i mezzi sono intasati quindi diventa praticamente 50-60 km!
No dai…basta scegliere l’hotel vicino al Central Park 🙂 Comunque a NY fanno anche la mezza maratona…potrebbe essere un inizio interessante!