Ci sono luoghi che ti restano più nel cuore rispetto ad altri, e tra tutte le cime dolomitiche, ammettiamo che ci sono dei posti che maggiormente fanno vibrare le nostre emozioni. Questo per noi succede con il Gruppo del Catinaccio e tutti i suoi percorsi. Ed era da inizio stagione che nella nostra testa volevamo raggiungere il rifugio Alpe di Tires. Un rifugio vicino ai riconoscibilissimi e appuntiti Denti di Terrarossa che tanto sognavamo di ammirare.
Siamo tra la Val di Fassa e l’Alpe di Siusi, e il rifugio Alpe di Tires si trova proprio in mezzo al sentiero che unisce il Catinaccio e lo Sciliar. Immagina quindi lo spettacolo di panorami che puoi ammirare con questa escursione.
Ci si può accedere da diversi versanti, noi siamo partiti dalla Val di Fassa ed esattamente da Campitello di Fassa.
Allaccia quindi le scarpe e seguici in questo nuovo e meraviglioso trekking verso il rifugio Alpe di Tires.
Rifugio Alpe di Tires: punto di partenza
Punto di partenza il parcheggio gratuito a Campitello di Fassa, presso gli impianti di risalita di Col Rodella.
C’è eventualmente un piccolo parcheggio a pagamento vicino all’inizio del sentiero presso Stréda de Salin. Il costo giornaliero è di 8 euro per il periodo dal 01/07 al 15/09. Ricordati però che devi arrivare di primo mattino. I posti sono davvero limitati.
Volendo da questo punto, è possibile prendere la navetta che ti porta al rifugio Micheluzzi, a 1.850 metri di altitudine, al costo a tratta di euro 10 a persona. Togli così 8 chilometri totali e 400 metri di dislivello in salita, che non sono pochi. Le corse sono ogni 30 minuti e puoi acquistare il biglietto sul bus. Altre info puoi leggerle online sul sito dell’Ente del Turismo.
Ma ormai lo sai, che preferiamo conquistare tutto con le nostre amate gambe, quindi segui qui sotto i dettagli.
Rifugio Alpe di Tires: il percorso in dettaglio
Partiamo quindi per il sentiero che conduce al rifugio Micheluzzi, subito si presenta una salita ripida e impervia, che spacca subito il fiato, ma già lo sapevamo e non ci siamo spaventati perché poi la pendenza diminuisce.
L’escursione inizialmente è su strada asfaltata poi si snoda sulla sinistra su una forestale che entra all’interno del bosco. Segui questo percorso che è adatto ai pedoni, e non rischi di incrociare bici o i vari bus navetta che portano al rifugio.
Tra un tornante e l’altro, mentre si sale, si cominciano a vedere i primi scorci panoramici della giornata, in particolare i Denti di Terrarossa.
Ma è quando arrivi al rifugio che iniziano le prime vedute davvero panoramiche.
Superato il rifugio ci addentriamo subito lungo la Val Duron, attraverso il sentiero CAI 532. Praticamente una valle completamente piatta, molto verde, dove baite e diversi pascoli creano un panorama da cartolina, quasi fiabesco.
Si attraversa un primo bivio, che sulla sinistra porta al Lago d’Antermoia, ma noi proseguiamo dritto verso il Passo Duron a 2.200 metri di altitudine.
Se non conosci questo lago, vai subito a spulciare le foto qui: “Lago d’Antermoia, la perla delle Dolomiti”.
Il sentiero pian piano comincia a salire verso il Passo Duron, un’inclinazione che inizia lenta per poi avere punti maggiormente più ripidi, ma allo stesso tempo con panorami continuamente spettacolari.
Le pareti del Catinaccio sovrastano questo percorso per poi cominciare a notare più visibilmente le torri appuntite dei Denti di Terrarossa. Vederle sempre più vicine, aumenta anche le nostre emozioni.
Il panorama si fa più esteso, anche se alcune nuvole coprono il Sassopiatto e in lontananza il Gruppo delle Odle.
Si comincia a salire ripidamente ma con scenari incredibili
Man mano che si sale ci si collega anche alla vallata dell’Alpe di Siusi, e allo stesso tempo iniziamo anche gli ultimi chilometri più ripidi con i Denti di Terrarossa così vicini che sembra di toccarli. Cresce ancora di più l’entusiasmo di arrivare passo dopo passo a destinazione.
Fino a vedere il tanto atteso rifugio Alpe di Tires, a 2.440 metri di altitudine, con il suo tetto rosso rubino e una struttura moderna che però ben si accosta al paesaggio tutt’attorno. Solitamente aperto da fine maggio ai primi di ottobre. Verifica online il periodo esatto.
Purtroppo la giornata non è delle migliori, le nuvole corrono velocemente, ma scrutando ogni singolo angolo notiamo numerose cime dolomitiche, dal gruppo del Sella, al Sassolungo, la Marmolada e molto altro. I panorami da questa terrazza del rifugio sono veramente immensi.
Il freddo, nonostante fosse una domenica di luglio, ci costringe a mangiare in fretta, per rientrare velocemente per lo stesso sentiero dell’andata. Avremmo voluto goderci questo magico posto con più calma, ma l’idea di un nubifragio non ci allettava.
Ma come spesso si dice, c’è sempre un motivo per tornare. Anzi lo faremo sicuramente, perché abbiamo notato che da qui partono numerosi sentieri verso il rifugio Principe (uno dei nostri rifugi preferiti), rifugio Sassopiatto, e la vicina Alpe di Siusi. Praticamente è posizionato in un luogo a dir poco perfetto.
Tips: forse puo’ interessarti anche sapere come raggiungere il rifugio Principe da Pera di Fassa.
Non ci resta quindi che ritornare per lo stesso percorso, e salutare con un arrivederci questi panorami così suggestivi ed emozionanti.
Dettagli tecnici:
- Dislivello: 1.120
- Lunghezza percorso (A/R): 23,30 km (se utilizzi la navetta i km sono 15,30)
- Tempo di percorrenza: 5.00 ore
Con le Dolomiti nel cuore
È sempre un piacere camminare tra i sentieri della Val di Fassa, e allo stesso tempo è sempre difficile rientrare a casa. Questa è una delle nostre vallate preferite e il cuore è sempre lì. Un trekking in Val di Fassa non delude mai e, la felicità di avere le Dolomiti così vicine è un vero privilegio.
Ci risentiamo al prossimo trekking.
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