Esiste una valle in Val di Fassa meno caotica della rinomata Val San Nicolò, dove anche in piena stagione si respira un vero senso di pace e tranquillità con viste incredibili. Stiamo parlando della Val Monzoni. Un vero paradiso incontaminato per chi ama la tranquillità della montagna, e con questo articolo ti portiamo a scoprirla, grazie all’escursione fino al rifugio Vallaccia a quota 2.275 metri di altitudine.
Il rifugio si trova sotto la cima della Vallaccia e del Cima 11, in una posizione davvero panoramica sul gruppo della Marmolada.
Allaccia gli scarponi e partiamo.
Rifugio Vallaccia: punto di partenza
La Val Monzoni si raggiunge da Pozza di Fassa, ma essendo chiusa al traffico veicolare, il punto di partenza è il parcheggio gratuito al camping Vidor. Da qui inizia appunto il nostro trekking, che ci porta inizialmente fino alla malga Crocifisso, per poi deviare alla nostra destra verso una careggiata asfaltata fino a malga Monzoni. A sinistra invece si raggiungerebbe la più famosa Val San Nicolò.
Puoi eventualmente evitare questo tratto prendendo il bus navetta che parte proprio dalla fermata di fronte al camping Vidor e i ticket si possono acquistare direttamente a bordo. Il costo della singola corsa è di 6,50 euro e di 4,50 euro se disponi della Fassa Guest Card, ma solo acquistando il biglietto online.
Rifugio Vallaccia: come arrivare
Ovviamente decidiamo di non prendere il bus navetta, anche perché la strada fino alla malga Monzoni è sempre in lieve salita, nulla di impossibile. Superata la malga invece inizia il vero dislivello.
Il sentiero CAI da seguire è il numero 624. Attenzione, puoi percorrere due vie, noi ti consigliamo di proseguire sul sentiero “nuovo” 624, molto più dolce e meno ripido. Quest’ultimo si collegherà comunque alla larga forestale, ma eviti la prima parte davvero molto pendente, da togliere il fiato.
Il nuovo percorso che hanno creato invece, ti permette anche di camminare su una parte di valle davvero verdeggiante e incantevole e soprattutto molto più agevole.
Rientrati poi in forestale inizia la parte più dura come pendenza ma, tecnicamente sempre molto semplice. Il panorama è incredibile, le verdi pareti della catena del Monzoni che fanno da contrasto al cielo limpido azzurro sono davvero meravigliose. Completano questo dipinto anche le casette in legno in che troviamo lungo il percorso, fino a vedere in lontananza il piccolo rifugio Vallaccia.
Intrapendiamo quindi gli ultimi strappi e siamo arrivati. Diciamo che la fatica è già ampiamente ripagata dai panorami circostanti. Inevitabile fermarsi più e più volte, durante il cammino, per qualche scatto fotografico, che ci permette anche di recuperare un po’ di fiato.
Il rifugio Vallaccia sembra la casa di Heidie. Piccolo, costruito in legno e pietra e con un paesaggio attorno splendido.
Il silenzio che si respira qui è infinito, e le panchine attorno ad esso e i verdi prati ti invitano proprio a fare una pausa per ammirare tutta la valle con la catena del Monzoni a fare da contorno.
Ancora ci sembra inspiegabile che a fine luglio si respiri una pace così profonda.
Dal rifugio Vallaccia alla forcella La Costela
Dietro al rifugio prosegue il sentiero n. 624 che ci permettere di arrivare fino a Cima Undici o alla forcella La Costela. Decidiamo di proseguire oltre, per raggiungere inizialmente Cima Undici, ma al bivio successivo erroneamente andiamo a sinistra sbagliando il percorso.
Nei cartelli in effetti non c’è scritto il nome di Cima Undici e, ingenuamente, proseguiamo per il sentiero segnalato 624 che ci porta invece alla forcella La Costela a 2.529 metri.
Da qui si aprono dei panorami incredibili fino alla Marmolada, Piz Boè, Sassolungo e Sasso Piatto, oltre all’inconfondibile Catinaccio. Una vista che ci lascia senza parole e che non c’aspettavamo. Questa panoramica a 360° ci rende comunque felici della nostra scelta.
Attenzione però, questo tratto è davvero impegnativo e lo consigliamo solo ad escursionisti abituati a camminare in montagna e con passo sicuro. Il sentiero è stretto, con ghiaino scivoloso, non tanto per la salita quanto per la discesa. Noi come sempre che, non amiamo le discese, ci abbiamo messo meno a risalire che a scendere.
Da qui volendo si può raggiungere anche Cima Vallaccia con soli 20 minuti di cammino o il rifugio Passo Selle lungo il sentiero attrezzato Federspiel. Ma visto che eravamo già preoccupati della discesa dalla forcella e visto che eravamo ampiamente soddisfatti ed estasiati del panorama, decidiamo di fermarci qui.
Percorso di ritorno fino al camping
Per il ritorno riprendiamo lo stesso percorso. Ma scegliamo di intraprendere una piccola deviazione di 15 minuti verso il rifugio Torquato Taramelli che, consigliamo assolutamente di non tralasciare.
Un rifugio rustico e grazioso nascosto nel bosco ma con un panorama davvero bucolico. Si tratta inoltre dell’ultimo rifugio rimasto in Trentino, originale nella sua forma a cubo.
Dati tecnici:
- Dislivello: 1.200 metri
- Lunghezza percorso (A/R): 17,30 km
- Tempo di percorrenza: 5.00 ore
Conclude qui il nostro racconto sull’escursione al rifugio Vallaccia. Un itinerario che ci ha davvero stupido per la bellezza dei suoi panorami, ma anche per il silenzio che abbiamo riscontrato. Ci chiediamo ancora oggi, come mai sia così poco frequentato questo percorso.
È sicuramente un itinerario che ti consigliamo di inserire nella tua bucket list dei trekking da fare in Val di Fassa. Un’alternativa sicuramente interessante rispetto ai percorsi caotici di questa zona.
Conoscevi già questa escursione? Ti aspettiamo nei commenti.